Diversi sono gli interrogativi e le affermazioni che i genitori propongono in riferimento al loro ruolo educativo: "sono una/un brava/o madre/padre?", "mi sento in colpa perché non dedico abbastanza tempo ai miei bambini" sono solo alcune delle varianti che, sempre più spesso, mi trovo ad ascoltare, in un periodo storico in cui i modelli culturali a cui la famiglia fa riferimento sono destinati a seguire linee di tendenza in continua evoluzione.
Ritmi sempre più elevati di cambiamento sociale portano alla modifica di norme e tendenze che hanno guidato le precedenti generazioni.
Sono proprio questi ritmi frenetici a creare quella che gli studiosi definiscono "entropia dei sistemi", una sorta di disordine generale, nel quale non è possibile la ripetizione delle modalità educative che sono state trasmesse dai nostri genitori o dai nostri insegnanti, mentre non ci sono parametri precisi di riferimento con i quali confrontarsi.
In una prospettiva di tal genere, e senza alcuna pretesa di insegnare nulla a nessuno, una possibile alternativa al disordine potrebbero essere degli "Itinerari Educativi CON i Genitori", ben diversi dai corsi che si propongono di dare soluzioni infiocchettate a genitori disperati.
Si parla di "Itinerari" perché i genitori devono essere inseriti in un percorso sistematico e costante; si definiscono "educativi" perché il detto socratico "realizza te stesso realizzando l'altro" appare la definizione più adeguata per il lavoro dei genitori.
Infine, gli itinerari devono essere CON i genitori, perché chi educa si pone in una relazione di interdipendenza e circolarità con l'altro, nella quale entrambi i soggetti possono evolvere verso il meglio; l'educazione, infatti, per sua natura non è "sulle persone" o "per le persone", ma è CON le persone.
Alla base della comunicazione c'è l'ascolto attivo, l'attenzione alla propria ed all'altrui emotività: saper ascoltare e saper comunicare renderanno le nostre vite migliori.
E, senza dubbio, anche le vite dei nostri figli.
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